venerdì 28 settembre 2012

* It's Friday, I'm in love :: 34

{this moment}
Una singola foto, senza parole, che fermi un momento semplice e speciale, così da metterlo in pausa, assaporarlo e imprimerlo nella memoria, condividendolo
(ispirato da ThisMoment di SouleMama)


mercoledì 26 settembre 2012

* divertissements mammeschi... [tutorial per rivestire una scatola da scarpe]

Il 12 settembre la Gnoma ha cominciato una nuova avventura, da tempo attesa con trepidazione: l'asilo!!
Ma non vi voglio raccontare come è andato l'inserimento e di come, il primo giorno, sia stata l'unica dei nuovi bimbi di 3 anni a non filare di striscio la mamma per tutto il tempo... 
No, voglio raccontarvi di come si è divertita la mamma a foderare una scatola da scarpe da portare all'asilo per contenere il cambio di vestiti, e a comporre il suo nome, da applicare sulla stessa e sul quadernone degli elaborati, usando le lettere ritagliate dai giornali, proprio come quando era adolescente e scriveva il suo nome e quello del filarino del momento nel suo diario segreto.
Spero di essere chiara nelle spiegazioni, è più facile mostrare dal vivo come fare queste cose che mettere la spiegazione per iscritto.
Per la scatola da rivestire all'interno e all'esterno vi servirà:

  • una scatola [con o senza coperchio, secondo l'uso e la necessità]
  • della carta da pacchi colorata [io ne ho usate due diverse]
  • colla stick
  • taglierino
  • righello e squadretta
  • metro
  • matita
  • nastro adesivo trasparente o colorato (washi tape)
  • base per il taglio [non indispensabile, ma molto utile]
Comincio dal rivestimento dell'INTERNO prendendo bene le misure della scatola e calcolando la larghezza e la lunghezza della base e dei quattro lati, a questi aggiungo una decina di centimetri in più per il bordo della carta da riportare fuori 



Con il righello e la squadretta (e il valido aiuto della base da taglio centimetrata) traccio le linee di taglio con una matita, ricontrollo le misure e poi taglio con un taglierino aiutandomi con il righello.


Una volta tagliata la carta, la piego lungo i quattro lati e controllo che sia tagliata bene infilandola nella scatola, poi stendo la colla stick e incollo la base per prima, successivamente i quattro lati uno alla volta.


Infine incollo l'eccedenza della carta all'esterno.


Procedo poi nello stesso modo per calcolare le misure e tagliare la carta che rivestirà l'esterno.


Incollo la base e poi i quattro lati.


Ed ecco la scatola rivestita...


Poi passo alle rifiniture degli angoli e dei bordi interni. E' possibile farle in diversi modi: con del semplice nastro adesivo trasparente o con quello colorato, il washi tape (o masking tape) [qui e qui due siti dove comprarlo on line, io ne ho trovati alcuni da Coin, cari da morire, ma una tantum si può fare].
Questa volta, ho usato un washi tape a pois verdi [e se no che divertissement è?]

L'ho usato per rinforzare/ricoprire gli angoli della scatola e il bordo interno della carta a quadretti azzurri.


Tutta questa tarantella - "prendi le misure, traccia le linee di taglio, taglia, incolla, rifinisci" - va ripetuta tale e quale per il coperchio della scatola.


Sul coperchio si potrà incollare quello che più piace. Trattandosi dell'asilo io ci ho messo questo piccolo pezzo di alfabeto.
Su uno dei lati corti della scatola ho invece attaccato il nome e cognome della Gnoma, realizzato con le lettere ritagliate dai giornali, incollate su un foglio bianco, rivestite con il nastro adesivo trasparente alto e ritagliate di nuovo.



Nello stesso modo ho composto il nome da incollare sul quadernone degli elaborati.


Per finire, un'altra scatola rivestita tempo fa per contenere i bottoni e altre minuterie per il cucito.


Per questa, all'interno, ho usato della plastica adesiva decorata, e altri tipi di washi tape.
Le combinazioni sono davvero infinite.
Buon divertimento a chi si cimenterà.
:o)

lunedì 24 settembre 2012

* nella nostra cucina - pasta al forno alla siciliana della nonna

Questa "pasta al forno alla siciliana" di siciliano non credo abbia nulla, ma la mia nonna la chiamava così per cui, anche se somiglia più a una puttanesca al forno, io continuo a chiamarla come mi è stato insegnato.
E' molto facile da realizzare, e sempre un sicuro successo con grandi e bambini.
La ricetta originale della nonna prevede i bucatini, ma io e la mia mamma la facciamo con i vermicelli, ovvero la misura più grossa che c'è degli spaghetti.




Ingredienti per 6 porzioni:

800 gr di pomodori pelati
500 gr di vermicelli (o bucatini)
10/12 olive verdi
un cucchiaio di capperi sotto sale
2 spicchi d'aglio
un mazzetto di prezzemolo
olio extravergine d'oliva

In una insalatiera rompo grossolanamente i pomodori pelati con le mani, e aggiungo le olive snocciolate e tagliate a pezzetti, i capperi, messi precedentemente a bagno nell'acqua per sciacquarli dal sale, l'aglio tagliato a pezzetti (magari non troppo piccoli, in modo che chi vuole possa scartarlo!) il prezzemolo tritato, circa 6/7 cucchiai da minestra d'olio e il sale. 
Cuocio i vermicelli a metà del tempo di cottura e li condisco con il pomodoro, lasciandoli riposare per una ventina di minuti e rimescolandoli di tanto in tanto, in modo che i vermicelli si "imporpino" con il sugo.



Nel frattempo scaldo il forno a 200°. 
Verso i vermicelli in una teglia e lascio cuocere in forno per una mezz'ora circa, o finché la pasta sarà dorata e croccante sulla superficie. 
La foto è abbastanza impietosa, la luce era pessima e io andavo di corsa, vi assicuro che la pasta è molto più buona di quanto non sia accattivante la foto...



Per fare le porzioni mia nonna usava tagliarla con le forbici, io naturlamente faccio lo stesso e ve lo consiglio.
Se la si lascia intiepidire è meglio. E' ottima anche quasi fredda.
Una nota per chi volesse aumentare le dosi: in genere mi regolo calcolando circa il doppio dei pelati rispetto alla pasta. Il resto degli ingredienti in proporzione.

:o)

venerdì 21 settembre 2012

* It's Friday, I'm in love :: 33

{this moment}
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(ispirato da ThisMoment di SouleMama)

freschezza di fine estate

mercoledì 19 settembre 2012

* e ora dove le metto?

Si, dove le metto tutte le conserve che sto preparando? questo mi sono chiesta quando il numero, tra confetture varie e conserve di pomodori dell'orto, è aumentato in maniera esponenziale.
La nostra casa non è molto grande e lo spazio per "stivare" è limitato.
Ad agosto, mentre la mia mamma era qui, ci aveva suggerito una mensola sulla porta-finestra della cucina, ma per quanto funzionale l'idea non mi entusiasmava. 
Così col naso all'insù, cercando di visualizzare la suddetta mensola, ho visto una delle travi portanti: IDEA!!!! 
Le conserve sulla trave! 
Giudicate voi se non è stata una genialata? spazio inutilizzato ben sfruttato + effetto estetico assicurato... e se poi non si è attenti osservatori nemmeno si vedono lassù!








Ehm, in questa foto c'è un intruso "non-handmade", ma è un regalo che viene dal Sud, me lo sto "stipando" [come si dice dalle mie parti] per un'occasione/piatto speciale, e il nome dell'azienda che lo produce mi è moooolto familiare, per cui si è guadagnato un posto in mezzo ai suoi "comparielli" casalinghi.

:o)

lunedì 17 settembre 2012

* nella nostra cucina - confettura di more

Erano 4 anni che ripetevamo di voler tornare nella pineta dove nell'agosto del 2008 avevamo raccolto ben 7 kg di more... come dimenticare un tale ben di dio!!!
Due settimane fa è stata la volta buona, ci siamo detti -"Ora o mai più!!!"
Stavolta il "bottino" è stato più contenuto, ma senz'altro notevole, considerato che io e la Gnoma non abbiamo contribuito un granché, ma è stato tutto merito del Capitano: 3 bei chiletti!!



Che profumo ragazzi!!! peccato non si possa fotografare.
In compenso ci siamo equamente riempiti di graffi tutti e tre... si sa, i rovi non perdonano!
Appena tornati a casa via con la confettura.
Il medoto, oramai sperimentato, è lo stesso seguito per la confettura di albicocche [e per quella di fragole, quella di susine e quella di fichi, tutte favolose, grazie sempre Micia per avermi fatto scoprire la Ferber!!!].

Ingredienti per 3 kg di more:
900 gr di zucchero
2 limoni

Stavolta NON ho lavato le more, bagnarle troppo gli fa perdere il sapore, e poi aveva piovuto il giorno prima ed erano pulitissime, mi sono limitatata a controllare che nessuna avesse ancora il picciòlo spinoso attaccato.
In una pentola molto capiente le ho mescolate con lo zucchero e il succo dei limoni e le ho messe sul fuoco. Ho aspettato che il composto cominciasse a sobollire e ho spento, lasciando riposare per tutta la notte.
Il giorno dopo ho separato le more dallo sciroppo che si era formato. Che colori!!



Poi ho rimesso lo sciroppo su fuoco basso, mescolandolo di tanto in tanto e lasciandolo addensarsi, schiumando quando necessario.
Quando la prova piattino (un pochino di sciroppo su un piattino, lasciatelo raffreddare, inclinate il piattino e osservate la goccia come scivola, se scivola piano piano vuol dire che è al giusto punto di densità) ha decretato che era pronto, ho aggiunto le more e ho lasciato cuocere ancora una mezz'ora.


Poi ho versato nei vasetti, precedentemente sterilizzati in forno a 100° per 30 minuti, e li ho capovolti perché si creasse il sottovuoto [nel caso il sottovuoto non si creasse bisognerà far bollire i vasetti coperti d'acqua in una pentola dove si sarà messo sul fondo un canovaccio, così da attutire le botte sul fondo].


:o)

venerdì 14 settembre 2012

* It's Friday, I'm in love :: 32

{this moment}
Una singola foto, senza parole, che fermi un momento semplice e speciale, così da metterlo in pausa, assaporarlo e imprimerlo nella memoria, condividendolo
(ispirato da ThisMoment di SouleMama)



mercoledì 12 settembre 2012

* di che colore lo vuoi?

E che me lo chiedi a fare... VERDE!!!  che volete fare, ognuno ha le sue manie. Io amo il VERDE [ma va???? non s'era capito].
Tempo fa ho portato via dal Sud un tavolino a ribaltina che era a casa della mia nonna, pensate è stato il tavolo dove studiava la mia mamma!!! 
Non sapevo ancora come lo avrei usato, ma pensavo che prima o poi gli avrei trovato una collocazione. 
Ultimamente il Capitano, preoccupato per la mia artrosi cervicale [situazione drammatica, ve lo assicuro] a fortissimo rischio di acutizzarsi a causa della astrusa posizione che ero costretta ad assumere non potendo mettere le gambe sotto il piano di appoggio dove avevamo messo il nostro Mac portatile [lo vedrete fra poco], ha cominciato a fare mumble... mumble e alla fine ha trovato una soluzione. Il tavolino della nonna! 
Naturalmente era da rimettere un po' in sesto, e dovendo cartarlo e riverniciarlo quando mi ha chiesto di che colore lo volessi sapete già come ho risposto, anzi ha risposto lui al posto mio, conoscendo la risposta quasi scontata. L'alternativa era "bianco", ma abbiamo entrambi pensato che una nota di colore in mezzo ai mobili Expedit bianchi di SantaIkea-salvaletasche sarebbe stata bene.

La parete interessata è questa, naturalmente come era PRIMA:


La foto è di un po' di tempo fa, ma più o meno la parete, prima dell'intervento era così. Lo vedete il Mac dov'era? impossibile poggiare le gambe da qualche parte...

Ora, con il rinnovato tavolino color verde mela della nonna ecco come si presenta la mia nuova, mooolto più comoda, postazione di lavoro [eh, si! LAVORO, perché oltre a ca@@eggiare sul blog, io con il Mac ci lavoro anche, ehehehe :oP].



Ora la mia schiena sta dritta, il collo pure ed entrambi ringraziano il Capitano.
E poi... MI PIACE!!

:o)

martedì 11 settembre 2012

* nella nostra cucina - confettura di albicocche

[Postato in origine il 03.07.2012 e rieditato OGGI, dopo uno smarrimento e un ritrovamento nell'etere]

Aridaglie con le albicocche!!



Le albicocche sciroppate al naturale ve le risparmio, ma la confettura merita. E' venuta buonissima!!!

Ho usato il "metodo Christine Ferber" [scoperto grazie alla Micia], estrememente semplice ma dai risultati sorprendenti: la frutta cuoce pochissimo, così che colore, sapore e consistenza restano inalterati e niente pectina (io non l'ho mai usata, ma con questo metodo davvero non ce n'è bisogno).

Ingredienti per 2,5 kg di albicocche:
  • 1 kg di zucchero
  • 1 limone 

Ho lavato e asciugato bene le albicocche, ho tolto il nocciolo e le ho tagliate a pezzetti, le ho mescolate con lo zucchero e il succo del limone e le ho lasciate riposare al fresco per una notte. Il giorno dopo le ho messe sul fuoco in una pentola capiente. Ho aspettato che il composto cominciasse a sobollire e ho spento, lasciando riposare per tutta un'altra notte.



Il giorno dopo ho separato i pezzetti di albicocca dallo sciroppo che si era formato e ho rimesso lo sciroppo sul fuoco basso, mescolandolo di tanto in tanto e lasciandolo addensarsi.



Quando la prova piattino (un pochino di sciroppo su un piattino, lasciatelo raffreddare, inclinate il piattino e ossevate la goccia come scivola, se scivola piano piano vuol dire che è al giusto punto di densità) ha decretato che era pronto ho aggiunto i pezzetti di albicocca e ho lasciato cuocere ancora una decina di minuti, schiumando se necessario.
Poi ho versato nei vasetti,  precedentemente sterilizzati in forno a 100° per 20 minuti, e li ho capovolti perché si creasse il sottovuoto.


Nello stesso identico modo ho fatto la confettura di susine, l'unica differenza tra i due tipi di frutta è  che con le susine la confettura che va schiumata parecchio durante la cottura.

 :o)

* nella nostra cucina - marmellata di arance

[Postato in origine il 21.05.2012 e rieditato OGGI, dopo uno smarrimento e un ritrovamento nell'etere]

Un mesetto fa la scorta di marmellate era finita, le fragole ancora non c'erano, dunque cosa fare?
Comprare gli ultimissimi tarocchi siciliani tardivi e rinnovare la scorta con una bella marmellata di arance.
Quelle agli agrumi sono le mie preferite, anche se qui si "marmellata" con qualsiasi frutto disponibile!




Io ho trasformato 3 kg di arance, ma vi dò le proporzioni per 1 kg.

Ecco cosa vi servirà:

  • 1 kg di arance
  • 2 limoni
  • 1 kg di zucchero grezzo

Come procedo:
metto le arance a bagno in una bacinella piena d'acqua per 24 ore, cambiando l'acqua almeno due o tre volte, poi le sciacquo bene e prelevo la buccia con lo sbuccia limoni (chi non ne possiede uno dovrà sbucciarle con un coltellino facendo attenzione a prelevare la buccia senza la parte bianca interna) e poi le trituro con la mezzaluna.



Poi le faccio bollire in pochissima acqua per 15 minuti.
Nel frattempo pelo bene la polpa delle arance eliminando la parte bianca, la privo dei semi e la taglio a pezzetti facendo attenzione a conservare il succo.
 


Verso in una pentola la polpa con la buccia grattugiata e il succo dei due limoni, di cui tengo da parte i semi, aggiungo lo zucchero e mescolo bene.
Metto i semi dei limoni in un filtro da the e lo immergo nella preparazione per tutta la durata della cottura, i semi rilasceranno la pectina che farà da addensante naturale.
Lascio bollire a fuoco lento per circa 1 ora mescolando spesso. Per verificare il giusto punto di cottura verso qualche goccia della marmellata su un piattino, la lascio raffreddare bene e poi inclino il piattino facendola scivolare: se forma una goccia a perla piuttosto densa, la marmellata è pronta. Attenzione a non cuocerla troppo, altrimenti si caramella lo zucchero e ricordare che quando è calda è comunque abbastanza liquida anche se è pronta.



(NOTA: maggiore sarà la quantità di arance, più lungo il tempo di cottura). Infine verso nei vasetti (che ho passato in forno a 100° per 10 minuti) e li chiudo quando la marmellata è ancora bollente, poi li capovolgo e li lascio raffreddare in questa posizione, in modo che si crei il sottovuoto.
 Voilà...

p.s. non so se nella foto si nota, ma stavolta ho aggiunto una stecca di cannella durante la cottura, per darle un profumo diverso dal solito. Ottima!

:o)

* nella nostra cucina - marmellata di limoni

[Postato in origine il 14.02.2012 e rieditato OGGI, dopo uno smarrimento e un ritrovamento nell'etere]

Quando ci siamo trasferiti qui, ci sono state regalate diverse piante di limone, già abbastanza sviluppate.



Tre di queste avevano già dei piccoli limoni verdi in crescita. Si sarebbe dovuta sfoltire la fioritura al momento giusto, perché i frutti erano tanti e tutti molto piccoli. Da allora sono cresciuti un pochino e maturati, diventando belli gialli, ma molti non hanno superato la dimensione di una grossa noce.
Da giorni li osservavo non sapendo cosa farne, perché anche se in cucina ne uso molti erano troppo piccoli per ricavarne abbastanza succo, e del resto mi dispiaceva lasciarli morire lentamente sulla pianta. Alla fine mi sono decisa per una marmellata.



Li ho raccolti quasi tutti, lasciandone solo 7 o 8 più grossi su due delle piante, in modo da averne una piccola scorta per le mie preparazioni future. In totale il loro peso arrivava a stento a 1.700 gr!



Per fare la marmellata non ho usato la mia solita ricetta, ma quella di un fratello di mia mamma che quest'estate ha fatto una squisita marmellata di limoni sfusati della Costiera Amalfitana (tanto per dare un'idea delle proporzioni tra i miei e i suoi limoni, lui ha usato 7 o 8 limoni per un totale di 2 kg di peso!!). Naturalmente io ho adattato le proporzioni alla mia quantità di limoni.

Ecco come procedere:
bisogna forare i limoni con una forchetta, coprirli d'acqua e farli bollire per cinque sei minuti, poi bisogna cambiare l'acqua e ripetere l'operazione altre due volte. L'ideale sarebbe usare la pentola a pressione in modo che per l'ultima bollitura si possa utilizzare chiusa lasciando cuocere i limoni per cinque o sei minuti dal fischio (nel caso non si voglia utilizzare la pentola a pressione la terza bollitura dovrà durare circa un quarto d'ora).
Dopo questa precottura i limoni si saranno ammorbiditi.
A questo punto bisognerà tagliare i limoni a metà longitudinalmente, svuotarli della polpa con un cucchiaio cercando di togliere i noccioli e passare quest'ultima con uno schiacciapatate, in modo da eliminare facilmente le pellicine ed i noccioli residui.
Ora bisogna pesare la polpa ottenuta (nel mio caso erano circa 275 grammi) e tagliuzzare con una mezzaluna una quantità di scorze pari a circa la metà del peso della polpa (io ne ho tagliate 180 gr).
Chi lo preferisce può eliminare la parte bianca delle scorze che risulta un po' più amara, io non l'ho fatto.
Ho poi pesato una quantità di zucchero pari alla somma del peso della polpa e delle bucce (io ne ho usato 450 gr) e l'ho aggiunto alla polpa mettendoli su fuoco basso e lasciandoli diventare quasi trasparenti, solo a questo punto ho aggiunto le scorzette tagliuzzate ed ho lasciato cuocere per circa 25 minuti (una quantità maggiore necessiterà di un tempo di cottura più lungo).
A fine cottura ho versato la marmellata nel barattolo precedentemente sterilizzato (in forno a 100° per circa 20 minuti) l'ho tappato e l'ho capovolto per lasciarlo raffreddare.

Eh, avete letto bene IL barattolO... la marmellata risultante ne ha riempito SOLO UNO da 250 gr, più un pochino che ho messo in un barattolo più piccolo  e che consumeremo subito, anzi l'abbiamo già provata e ci è piaciuta, forse alla gnoma un po' meno, ma si sa che ai bimbi i sapori un po' agri non sono sempre graditi.



:o)

lunedì 10 settembre 2012

* Dopo Blogger golosone, scopro "Reader" conservone!

EVVIVA!!!! 
Google Reader santo subito!!! 
Per seguire gli ottocentomila blog che mi incuriosiscono uso Google Reader, e oggi facendo una ricerca con la parola chiave "conserve" appunto su Reader non mi vengono fuori i tre post che Blogger si era mangiato???
Alé!
Copiati e file salvati.  A breve saranno ripubblicati!
doppio :o)

* nella nostra cucina - strudel salato di peperoni e ricotta

Questo strudel salato è uno dei miei piatti estivi preferiti. La ricetta è venuta fuori diversi anni fa da una lettura frettolosa di una rivista e rifatta a memoria e un po' a gusto mio.


STRUDEL SALATO di PEPERONI e RICOTTA

Ingredienti 
  • per la pasta:
125 gr di ricotta fresca
125 gr di burro 
farina zero quanta ne assorbe l'impasto (all'incirca 150 gr)

  • per il ripieno:
2 peperoni
1 cucchiaio di capperi sotto sale
10/12 olive verdi
150 gr di ricotta fresca
12 foglie di basilico
2 filetti di acciughe sott'olio
1 cucchiaio di pinoli
2 spicchi d'aglio 
mollica di pane raffermo (un paio di mancite, sostituibili con 1 cucchiaio colmo di pangrattato)
olio extravergine d'oliva 

Il RIPIENO
Pulisco i peperoni privandoli dei filamenti bianchi e dei semi e li taglio a tocchetti. Soffriggo i due spicchi d'aglio privati del germoglio in due cucchiai di olio d'oliva e, insieme alle olive snocciolate e tagliate a pezzetti e ai capperi dissalati e lasciati a bagno in acqua per qualche minuto, li faccio cuocere a fuoco piuttosto vivace per circa 15/20 minuti;  lascio raffreddare.
Volendo, si possono aggiungere i capperi e le olive al momento di assemblare lo strudel,  per la verità io lo faccio quando non rileggo la ricetta e vado a memoria [come ho fatto stavolta, eheheh], il risultato è pressoché identico.




La PASTA
Lavoro insieme la ricotta e il burro freddo e tagliato a pezzetti, poi incorporo tanta farina quanta ce ne vuole per ottenere un composto elastico; se dovesse risultare asciutto aggiungo un cucchiaio di acqua fredda di frigo;  formo un disco piatto, lo avvolgo nella pellicola trasparente e lascio riposare in frigo per mezz'ora. 

ASSEMBLAMENTO

Tolgo la pasta dal frigo una decina di minuti prima di stenderla, poi infarino bene un foglio di carta forno e con il mattarello la tiro molto sottile, distribuisco la mollica di pane, poi i peperoni, [i capperi e le olive tagliate a pezzetti, se ho dimenticato di metterle assieme ai peperoni durante la cottura!!] la ricotta a fiocchi, i pinoli, le acciughe tagliate a pezzetti, il basilico spezzettato con le mani.




Arrotolo la pasta aiutandomi con la carta da forno e formo uno strudel chiudendo le estremità.
Lo adagio molto delicatamente in una teglia insieme alla carta da forno e lo bucherello con i rebbi di una forchetta.



Lo inforno a 190/200° per circa 30/45 minuti (dipende dal forno), finché sarà dorato. Lo lascio raffreddare bene (circa una mezz'ora) prima di tagliarlo a fette per servirlo.



:o)