giovedì 25 febbraio 2016

* Prove di home schooling

Già da prima che la Gnoma iniziasse a frequentare la scuola materna abbiamo cominciato ad interessarci all'Home schooling, o Scuola parentale, nell'ottica di un futuro ritorno in barca e di giri a vela per il mondo, e ci si è aperto un universo parallelo di esperienze estremamente interessanti.
Secondo dati aggiornati al 2012 i ragazzi educati a casa negli Stati Uniti sono all’incirca 2 milioni, mentre sono pressoché 70 mila in Inghilterra, 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna; in Italia non si hanno statistiche definitive, ma le famiglie che fanno educazione parentale sono all’incirca un migliaio.
Home schooling
L'apprendimento ha un carattere spontaneo: i bambini imparano ed assimilano tutto quello che li circonda in modo assolutamente istintivo per emulazione, specialmente ciò che è importante nel loro ambiente sociale e culturale, o che li interessa maggiormente in quel momento, e questa è una cosa che io e il Capitano verifichiamo ogni giorno.
Home schooling
Qualsiasi occasione quotidiana può diventare opportunità di trasmissione di un sapere alla Gnoma, che impara quasi senza rendersene conto cose che vanno dall'esistenza delle tridacne al funzionamento del sistema solare, dalle operazioni elementari all'uso corretto dei verbi.
Home schooling
E più si va avanti nel tempo e nell'acquisizione di competenze, più è lei a chiedere di "insegnarle"... anche la matematica diventa un gioco divertente e non risulta barbosa e incomprensibile come è successo a me quando ero bambina.
Home schooling
Al momento lei ancora frequenta una scuola, ma in futuro, in caso di "espatrio per mare" sapere di avere l'opportunità di poterci prendere cura noi - fino a un certo punto e con l'ausilio dei tantissimi materiali in rete - della sua istruzione è molto confortante.
Per chi volesse approfondire l'argomento, ecco qualche link interessante:

^_^

sabato 20 febbraio 2016

* Migaloo è tornata!!

Migaloo, che nella lingua degli aborigeni vuol dire "compagno bianco", è una megattera albina, di cui ho già parlato tanto tempo fa qui.
È la più famosa tra le uniche quattro megattere bianche di cui si conosca l'esistenza, tra le quali una avvistata in Norvegia nel 2015.

photo credit Department of Conservation
Le macchie gialle presenti sul dorso sono alghe attaccatesi nelle acque fredde dell'Antartide, ma si staccheranno appena Migaloo passerà in acque più calde.
Migaloo è un maschio; da quando è stato avvistato per la prima volta nel 1991 al largo della costa dell'Australia orientale, è stato protetto dalle autorità australiane, viene monitorato da un pattugliamento aereo e nessuna persona, barca, sub, aeroplano, jet ski, gli si può avvicinare a più di 500 metri, pena una salatissima multa.
Da allora è stato avvistato quasi ogni anno, e di recente lungo la costa orientale dell'Australia sono apparsi due cuccioli albini che pare siano suoi figli.
L'ultimo avvistamento risale al 5 luglio 2015 nello Stretto di Cook in Nuova Zelanda; in quell'occasione è stato prelevato un campione di DNA per stabilire se fosse lui con certezza.
Il 28 gennaio scorso sul sito del Department of Conservation è stata data la conferma ufficiale a quella che era una "quasi-certezza" dovuta alla conformità della sua pinna dorsale: è lui, il DNA non mente.
Durante l'annuale rilevamento degli individui presenti in Nuova Zelanda lo scorso anno si sono contate 137 megattere, un numero record dal 1964, anno della fine della caccia a questi cetacei, segno  molto incoraggiante!
E qui anche un video, un po' vecchiotto, ma meglio di nulla.


Le megattere si trovano negli oceani e nei mari di tutto il mondo e percorrono migrazioni lunghe fino a 25.000 chilometri ogni anno. Si nutrono solo d'estate - prevalentemente di krill e piccoli pesci - nelle acque polari e migrano verso acque tropicali o sub-tropicali per riprodursi e partorire in inverno. Durante l'inverno, sono sostenute dalle riserve di grasso che accumulano nella peculiare gobba che le caratterizza insieme alle lunghe pinne bianche.
I maschi delle megttere cantano, delle canzoni complesse, che durano da 10 a 20 minuti e vengono ripetute per ore.
Compiono salti acrobatici fuori dall'acqua dove ricadono violentemente in modo assai spettacolare.
La loro presenza dà una speranza che la catena alimentare ancora non si è esaurita, e se non le sterminiamo del tutto - insieme ai capodogli, le balenottere e tutti gli altri cetacei - con i bombardamenti sottomarini alla ricerca forsennata del petrolio, forse ce la facciamo ad non arrivare al punto di non ritorno.

Lunga vita alle balene dei canti!!!

^_^

venerdì 12 febbraio 2016

* Nessuno basta a se stesso

Nessuno basta a se stesso...
ma l'uomo, nella sua arroganza, pensa di poter predare la terra all'infinito senza conseguenze.
In una frenesia di crescita incessante non vede più la bellezza della vita che abita i gli oceani, le foreste, la natura tutta, ma solo ciò che possono portare alla nostra specie, solo ciò che ci permette di produrre. 
L'uomo pensa, appunto, di bastare a se stesso, dimenticando di fare parte di un ecosistema che si regge su un equilibrio millenario, un equilibrio che il genere umano sta incoscientemente alterando in maniera irreversibile, innescando una trappola che gli si ritorcerà contro.

Planet Ocean - film di Yann Arthus-Bertrand

In soli 200 anni abbiamo stravolto 4 miliardi di anni di storia naturale.

Un esempio tra tanti: negli oceani vagano 46.000 kmq di plastica; ogni anno disperdiamo in mare 6 miliardi di kg di rifiuti di plastica, plastica che non si degrada, ma si microframmenta, viene mangiata dai pesci e poi? indovinate in quali altri stomaci arriva? Avvelenare il mondo fino a questo punto significa avvelenare anche noi.

Queste sono solo alcune delle riflessioni che spinge a fare Yann Arthus-Bertrand, il fotografo, giornalista, ambientalista e anche regista di magnifici progetti (l'ultimo in ordine di uscita "Human") in due film da non perdere Home (2010) e Planet Ocean (2012).

Home - film di Yann Arthus-Bertrand

Vi invito a guardarli, magari insieme ai vostri figli, a farli circolare. 
Vi renderete conto, in modo ancora più chiaro e drammatico, del disastro verso cui stiamo andando. 
A me, mentre li guardavo, veniva da piangere. 
Tuttavia entrambi i film si concludono con un pensiero che lascia aperta la porta alla speranza:  tutti noi, anche con i piccoli gesti quotidiani, possiamo fare  qualcosa per cambiare rotta. 
Continuare a essere su questo pianeta dipende da ognuno di noi.
Come dice Arthus-Bertrand "non c'è tempo per essere pessimisti, né per rassegnarsi, le soluzioni esistono [e nei suoi film ce le mostra] ...bisogna applicarle".
La strada della consapevolezza è faticosa, ma è necessario intraprenderla, una volta fatto il primo passo non si torna indietro, non si può far finta di "non sapere".
...in premio: il futuro.

venerdì 5 febbraio 2016

* Nuovo drago in arrivo: il costume da Sdentato.

La passione della Gnoma per i draghi non scema, anzi, cresce di pari passo con l'età! Negli ultimi due anni si è appassionata ai cartoni animati della serie "Dragon Trainer" e soprattutto al suo protagonista, Sdentato, la Furia Buia... un adorabile (davvero! non scherzo!) drago tutto nero con i denti retrattili, da cui il suo nome. Oramai in famiglia siamo tutti esperti: abbiamo visto tutti cartoni esistenti e abbiamo anche due dei libri di Cressida Cowell da cui ha preso ispirazione la DreamWorks.

Sdentato - Dragon Trainer
Photo credit Dragon Trainer Official Website 
Quest'anno, nonostante il costume da drago nostrano fatto due anni fa le piaccia e le vada ancora, la richiesta è stata un costume da "Sdentato" che è stato molto più facile da realizzare di quello precedente.
Ho comprato un paio di fuseaux neri e una felpa nera (questa "moda" di vestire i bambini di nero la aborro, ma stavolta mi è tornata utile) su cui ho "costruito" l'intero costume, utilizzando semplicemente del panno e del feltro.
Ecco come ho fatto e cosa mi è servito:
Una felpa nera; panno nero; due "fogli" di feltro da 3 mm: uno nero e uno blu elettrico; ritagli di panno verde acido, bianco, e rosso. Cotone nero, colla a caldo, un gessetto, forbici e macchina da cucire (fondamentale!).
Ho ritagliato sei rombi blu elettrico e sei neri nei fogli di feltro, per ricavare le scaglie che Sdentato ha sul dorso, e le ho cucite  sovrapposte (quelle nere sotto e quelle blu elettrico sopra) al centro della parte posteriore della felpa
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Poi le ho rifilate in modo che fossero esattamente uguali e le ho incollate tra di loro con la colla a caldo
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Dal panno nero ho ricavato le due ali basandomi sulle misure del fianco e della parte inferiore del braccio della felpa: praticamente ho ritagliato due triangoli rettangoli con un'ipotenusa "frastagliata"
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Ho "disegnato" le nervature delle ali con delle passate di macchina da cucire, poi ho scucito il fianco e la manica della felpa e le ho ripassate a macchina inserendo tra i due lembi anche i due lati dritti del triangolo/ala.
Per gli occhi ho ritagliato due mandorle nel panno verde acido, le due pupille allungate nel panno nero e un piccolo dettaglio bianco per rendere l'occhio meno statico; prima ho incollato i diversi pezzi con la colla a caldo sul cappuccio e poi ho passato tutto a macchina.
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Con il panno nero ho realizzato anche le orecchie e le corna, tagliate a doppio e cucite insieme per dargli più volume, e le ho cucite sulla piega del cappuccio
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Per realizzare la coda ho usato un rettagolo di panno lungo circa 70 cm e largo 10cm piegato in due su cui ho disegnato un cono lungo; l'ho cucito a macchina lasciando aperti i punti in cui ho inserito e poi cucito a mano le "pinne", che ho realizzato stampando questa immagine
pinne coda costume Sdentato - Dragon Trainer
Photo credit
ingrandendola, o rimpicciolendola, in fase di stampa a seconda di quanto volevo fossero grandi (aprite l'immagine in un'altra scheda e stampatela selezionando la dimensione; la differenza tra quelle che ho fatto io è di circa il 10% una dall'altra, naturalmente le dimensioni le sceglierete in base alle proporzioni con il resto del costume).
Per dare alle pinne un aspetto più realistico ho fatto delle passate a macchina ad imitazione delle nervature (così come suggerito dal disegno nell'immagine).
Per ritagliare nel panno bianco il teschio, che si vede sulla pinna rossa della coda, ho usato questa immagine (anche per questa procedete come per le pinne)
Photo credit
La coda l'ho cucita direttamente alla felpa, sulla fascia elastica. Le due pinne superiori non sono esattamente alla stessa altezza... ma abbiamo deciso che non valeva la pensa disfare tutto e l'abbiamo lasciate così.
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer

come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Per evitare che la coda fosse d'intralcio ai movimenti ho attaccato del velcro sulla coda e sulla parte bassa posteriore della felpa
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Ed ecco, infine, la Gnoma alla festa che si è tenuta a scuola
come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer

come realizzare costume Sdentato - Dragon Trainer
Il costume le è piaciuto moltissimo e a giudicare da come le sta abbondante credo che potrà essere usato ancora per un paio d'anni!!!

Non so se sono stata abbastanza esaustiva nelle spiegazioni, anche perché parto dal presupposto che chiunque voglia cimentarsi a fare da sé abbia almeno un minimo di manualità; naturalmente sono a disposizione per qualsiasi domanda.
^_^

lunedì 1 febbraio 2016

* Ritorno a me!

Negli ultimi giorni ho lavorato al restyling del sito della Filibusta, che ha oramai 10 anni, e aveva assunto un'aria un po' datata.
I cambiamenti non sono radicali, ma ora è un po' più omogeneo e fresco. Almeno così mi sembra. Certo necessiterebbe di un lavoro di dinamizzazione: rispetto ai siti  che si trovano oggi on line, risulta abbastanza statico, ma per ora questo è quello che posso fare, vedrò più avanti se mi riesce di fare qualcosa di più.
Ma non è esattamente di questo che volevo parlare.
Tra i vari link presenti nel sito c'è anche quello al vecchio blog, "Vivi il mare con noi" (che è linkato anche nella colonna in alto a sinistra di questo testo), il diario della nostra vita in barca a vela. Sono andata a dare una sbirciata anche lì e decisamente aveva bisogno di una rinfrescata anche lui. 
Durante l'ultimo periodo in cui scrivevo avevo fatto dei pasticci orrendi con il layout, i fonts, i colori, e oltre a rinnovare il modello ho dovuto rileggere tutti i post che avevo scritto perché i fonts andavano corretti pagina per pagina... e qui veniamo al punto.
Rileggendomi ho ritrovato una parte di me che  - mi sono resa conto - in questi anni ho messo un po' da parte, assorbita da questa "vita terrestre", che mi appaga e mi piace, ma a cui manca un pezzetto... anzi, altro che pezzetto, un pezzone!! il legame, imprescindibile, con il Mare. 
Non che questo legame si sia mai spezzato, no no... è che ho smesso di parlarne, di raccontarlo, di condividere pubblicamente i miei pensieri sulle questioni che lo riguardano. [e a dirla tutta, secondo me è anche un po' colpa di quel mostro fagocitante che è Facebook!!]
Ho diverse cose in più da allora: anni, capelli bianchi, chili, rughe, ma le conchiglie al collo e i capelli intrecciati continuo a portarli: la natura profonda non si cambia, può al limite peggiorare!!!
Valeria e le conchiglie
Quindi, non la tiro per le lunghe, bisogna che questa "parte marina" io la lasci venire fuori dall'ombra in cui si è autorelegata in questi anni... per cui aspettatevi di leggere riflessioni e storie legate al mare, molto più spesso di quanto non sia successo fin ora.

^_^